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20 gennaio 2017 5 20 /01 /gennaio /2017 13:01
PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO

 

Il senso iconografico di questo dipinto è tuttora un mistero anche per la critica contemporanea.

Uno dei motivi delle dispute è rappresentato dal fatto che ci troviamo di fronte a due episodi rappresentati insieme ma che sono avvenuti in tempi fra loro lontanissimi: la flagellazione del Cristo e l’epoca contemporanea a Piero, cioè il 1400.

Ma questo non deve rappresentare un problema in quanto è prassi pittorica usuale inserire in una medesima tela avvenimenti tra loro molto distanti nel tempo, basta capire che questa operazione ha un fine simbolico che dobbiamo riuscire a discernere.

Uno dei motivi che complicano l’interpretazione è proprio determinato dal fatto che il rapporto tra le due epoche è piuttosto criptico e ad accentuare questa cripticità interviene anche la distanza puramente spaziale che sussiste tra le persone in primo piano e quelle in secondo piano.

Ma passiamo all’analisi del dipinto seguendo un procedimento logico.

Qual è l’episodio a cui Piero conferisce la massima importanza? Stranamente non la flagellazione di Cristo ma il presunto dialogo tra i tre personaggi sulla destra che, scaraventati in primo piano e con quelle enormi dimensioni non possono lasciare dubbi.

Trattandosi di personaggi estremamente definiti nelle loro caratteristiche fisiognomiche, l’attenzione della critica si è concentrata sull’identità dei personaggi, pensando che la loro specifica identità avrebbe giustificato l’importanza data ai personaggi medesimi.

Purtroppo questi storici tentativi di identificazione dei personaggi, nome e cognome che ebbero all’epoca, ha distratto dal vero intento di Piero, che era quello di trasmetterci, attraverso quei personaggi, una sensazione ben determinata: quella di “INDIFFERENZA”.

Tutto il dipinto è dominato e condizionato dalla colossale impressione di “indifferenza” che suscitano i tre personaggi in primo piano!

A questo punto è effettivamente logico chiedersi non tanto chi precisamente siano tali personaggi ma “che cosa essi rappresentino”.

Partendo da sinistra possiamo ben ipotizzare per il primo personaggio, dall’abbigliamento e dal copricapo, che si tratti di persona colta, un letterato probabilmente, in ogni caso un personaggio che rappresenta “la cultura”; l’unica caratteristica che par distinguere il personaggio centrale è la giovinezza, esasperata addirittura dai piedi scalzi, per cui probabilmente questo personaggio rappresenta “i giovani”, una categoria che anche allora aveva una grossa importanza sociale; riguardo al terzo personaggio trattasi, e non è solo mia l’ipotesi, di un ricco mercante, che rappresenta in questo modo anche la politica in quanto all’epoca ( basti l’esempio dei Medici), il potere politico era direttamente gestito dalla ricchezza, senza le ipocrisie della contemporanea democrazia che finge invece di non essere gestita nello stesso medesimo modo.

Bene, Piero intende quindi rappresentare, attraverso questi tre personaggi, le categorie sociali che fondamentalmente influenzano, direi determinano, il pensiero e le azioni dei cittadini.

Vuole farci capire che le classi dominanti della cultura occidentale sono completamente indifferenti. Ma indifferenti a cosa? Oh mio Dio, ma non mi pare così difficile da capire: nel quadro è rappresentato unicamente un altro avvenimento: la flagellazione del Cristo!

Possibile che in 600 anni non si sia capito che Piero intende mostrarci l’assoluta, glaciale indifferenza dei ceti socialmente dominanti del suo tempo al fatto che Cristo venga flagellato?

La domanda diventa adesso: cosa diavolo c’entra la fustigazione di Cristo col ceto dominante di 1400 anni dopo?

Andiamo allora a cercare di decifrare cosa simboleggia questa “flagellazione”.

 

Sicuramente questo “maltrattamento” del Cristo si riferisce non ha Lui ma alla cristianità, specificatamente alla cristianità contemporanea di Piero;

Andiamo adesso a vedere cosa accade all’interno del tempietto retrostante i tre uomini in primo piano.

In primis scopriamo la presenza dell’imperatore d’Oriente (facilmente riconoscibile da una medaglia dell’epoca e dal trono su cui è assiso), che presiede alla flagellazione in quanto essa avviene per mano di un suo soldato (il fustigatore di destra riconoscibile dall’elmo bizantino) all’interno del suo palazzo (riconoscibile perché vi è collocato il trono). Tutto avviene alla presenza impassibile (in questo caso perfettamente comprensibile) di un ottomano.

Solo del fustigatore di sinistra risulta difficilissimo capire la natura, ma questo non ci impedisce di comprendere il significato basilare del dipinto.

Che senso ha questa fustigazione trasposta nell’epoca contemporanea a Piero?

Cosa, il genio di Sanseolcro, vuole dirci?

La spiegazione la rintracciamo in un particolare a cui finora nessuno ha dato importanza:

l'idolo d'oro in cima alla colonna

 

Cristo è legato a quello che non risulta essere altro che il simbolo della cupidigia umana, l’unica entità elevata a divinità all’interno del dipinto, l’ORO, il “Dio Denaro”! Il “DEUS EX MACHINA” a cui tutti sono asserviti ed in adorazione del quale sono tranquillamente disposti a sacrificare anche Cristo.

Tutto il senso del quadro dilata da quella statuetta a cui finora mai nessuno aveva dato importanza.

E tutto questo avviene nell’assoluta indifferenza dei ceti sociali che dovrebbero porvi rimedio.

Questo dipinto è un’accusa di Piero nei confronti dell’Impero che utilizza il cristianesimo per realizzare i propri scopi venali e del ceto dirigente delle società umane che rimangono indifferenti in quanto anch’esse interessate a sfruttare il cristianesimo per i loro fini di lucro.

Il significato fondamentale del quadro è così rivelato, ma c’è un altro particolare a cui nessuno mai ha prestato attenzione e che apre altri scenari oltremodo inquietanti.

 

Osserviamo infatti un ingrandimento dell’interno del tempietto

PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO

e vediamo come il “fustigatore” sulla sinistra con la veste azzurra, di cui nessuno ha mai parlato, presenti delle caratteristiche stranissime:

in primis notiamo che nulla nel suo spetto e nel vestiario lo individua come musulmano o bizantino ma se mai come occidentale, anche se di un occidentale strano si tratta in quanto vestito di una “toga”, cortissima ed azzurra, che pare collocarlo in un’epoca antica (greca o romana). Ma tralasciando la natura e la funzione simbolica di questo personaggio non possiamo non notare che egli non guarda Cristo ma che fissa, e con espressione estremamente aggressiva, il bizantino che lo sta flagellando!!

La cosa risulta non comprensibile in quanto entrambi dovrebbero assolvere al medesimo compito.

Ma ci accorgiamo poi che, mentre il bizantino è coerentemente girato verso Cristo, il personaggio in toga azzurra è invece girato verso il bizantino!

Lo stesso Redentore è girato verso sinistra e non verso destra, e fissa la frusta del bizantino che sta per abbattersi su di lui.

Nulla par quindi sottendere al fatto che Gesù venga frustato anche da sinistra.

Ma accade anche una cosa assolutamente incongruente:

il fustigatore di sinistra tiene un braccio dietro la schiena di Cristo! Chi mai terrebbe braccio e mano in tal posto, visto che non solo lui, ma anche il bizantino sta per vibrare un colpo di frusta proprio nei paraggi? Non solo, la postura del braccio è quella di chi pare voler consolare ed dare sostegno ad una persona, non certo di chi ha intenzione di frustarla.

A dimostraci che il “fustigatore” di sinistra non ce l’ha con Gesù interviene la postura dei piedi: essi sono visibilmente girati, assieme quindi a tutto il corpo, verso il bizantino!

 

Ma una cosa ci inquieta oltremodo: quale postura hanno i piedi del “fustigatore” di sinistra? egli è visibilmente “in punta di piedi”! se non lo fosse vedremmo il calcagno del suo piede destro poggiare a terra subito sotto la veste del musulmano!

 

PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO

Bene, riassumiamo quanto rilevato sul “fustigante di sinistra”:

a) guarda il bizantino e non Cristo

b) lo guarda poi in modo fortemente aggressivo

c) cerca di incoraggiare il Redentore con il braccio sulla schiena

c) è girato col corpo non verso Gesù ma verso il bizantino.

d) è in punta di piedi, piedi che sono girati sempre verso il bizantino

 

 

Non possono esserci dubbi, l’uomo con la toga azzurra sta, si, per vibrare il colpo di frusta, ma, non certo verso Cristo, visto che è completamente girato verso il bizantino!

Questo personaggio sta ferocemente minacciando il bizantino con la frusta!

Minaccia la cui incombenza è esaltata dal trovarsi egli in punta di piedi.

 

Ma perché si comporta in tal modo? In fondo se Piero lo ha voluto presente con la frusta in mano non può egli esimersi dall’essere un personaggio che deve frustare anche Cristo, altrimenti non si troverebbe lì.

Dobbiamo quindi tradurre in questo modo:

è come se il fustigatore di sinistra dicesse

Non ti provare a frustarlo, questo me lo frusto solo io!”

 

La funzione protettiva del braccio dietro la schiena è quindi solamente finalizzata a impedire l’azione del bizantino e non la propria.

 

Purtroppo non sono in grado di determinare chi sia e cosa simboleggi questo personaggio, ma risulta chiarissimo il fatto che rappresenta una categoria umana, politica o sociale che rivaleggia con l’impero bizantino per lo sfruttamento a sfondo venale della fede in Cristo.

 

Nessun problema quindi, riguardo al significato fondamentale del dipinto:

lo sfruttamento del cristianesimo da parte dei poteri costituiti (simboleggiato dalla flagellazione) a fini di lucro (simboleggiati dall’idolo d’oro) e l’indifferenza manifestata dai ceti dirigenti ovviamente perché interessati anch’essi alla spartizione di quanto lucrato e naturalmente anche l’indifferenza del potere ottomano che trova in questo comportamento un valido alleato alla realizzazione delle sue mire espansionistiche e al suo secolare tentativo di prevaricare la religione cristiana.

 

Resta da definire chi sia che rivaleggia con l’impero e che si ritiene maggiormente autorizzato di quello alla fustigazione (quindi allo sfruttamento venale) del cristianesimo.

Mi auguro che qualche storico, più competente di me in materia, riesca a decodificare magari dall’abbigliamento cosa o chi esattamente simboleggi questo enigmatico personaggio in toga azzurra.

A.Cottignoli, 15 febbraio 2016

 

 

 

 

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

 

PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO
PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO
PIERO DELLA FRANCESCA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO": IL MISTERO RISOLTO

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

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commenti

V
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