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19 gennaio 2017 4 19 /01 /gennaio /2017 11:18
Fig. 1. "Resurrezione", Piero della Francesca (Sanseolcro)

Fig. 1. "Resurrezione", Piero della Francesca (Sanseolcro)

Longhi definì con estrema correttezza “bovino” l’aspetto del Redentore, nel dipinto di Piero della FRancesca “ Battesimo di Cristo” (fig. 2)

Fig. 2. "Battesimo del Cristo", Piero della Francesca

Fig. 2. "Battesimo del Cristo", Piero della Francesca

e cosa non diversa disse mia madre (quarta elementare ma intelligentissima) quando le misi davanti il quadro della Resurrezione che mai prima aveva mai visto.

Riporterò la sua esclamazione in dialetto romagnolo: “S’el che brot umazz?”(“Cos’è quel brutto omaccio?”).

 

Il re nudo quindi?

Detto questo anche noi non possiamo non renderci conto che questo “Cristo” della “Resurrezione”a tutto assomiglia fuor che all’immagine del Redentore che storicamente ci viene tramandata.

Tutta la storia della pittura non fa infatti che esibire volti di Cristo estremamente positivi e piacevoli, per non parlare poi del cinema, valga per tutti quello di Zeffirelli dove il Redentore sembra essere stato pescato su una passerella di Armani.

Andiamo adesso a guardarlo da vicino il volto di questo “Cristo”, ma mandate prima a letto i bambini, perché io non mi assumo nessuna responsabilità.

 

Fig. 3. "Resurrezione", Piero della Francesca (particolare della testa del Cristo)

Fig. 3. "Resurrezione", Piero della Francesca (particolare della testa del Cristo)

Se qualcuno pensasse “Probabilmente Piero non sapeva disegnare dei bei volti”, risolviamo subito la questione mostrandovi alcuni esempi (tra i tanti) in cui egli dimostra che, quando vuole, è invece in grado di dipingere volti bellissimi.

PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"

Possiamo quindi affermare con assoluta certezza che questo volto, assieme a quello del battesimo, sono di gran lunga quelli più brutti che Piero abbia mai dipinto.

Perché Piero ha quindi dato volutamente al Cristo un volto che terrorizzerebbe chiunque lo incontrasse la sera in una strada deserta?

Abbandoniamo per un momento la nostra abitudine a vedere il senso dei dipinti per quello che ci dicono che è e cerchiamo di vedere ciò che veramente abbiamo davanti e andiamo ad analizzare attentamente questo volto della Resurrezione:

gli occhi a cipolla (bovini appunto) con le palpebre gonfie, le pupille leggermente nascoste dalle palpebre superiori (artificio utilizzato da sempre per creare un’espressione inquietante), la bocca con gli angoli piegati in basso, che sottende a una disposizione non certo positiva nei confronti del mondo esterno (cioè esattamente al contrario di quella che dovrebbe essere la disposizione del Cristo).

Vediamo poi, dai capelli superficialmente ordinati, emergere una grande quantità di ciocche scomposte di diverse dimensioni e lunghezza sia sul volto che verso l’esterno, cosa che comunica un violento senso di sciatteria.

Nessuna meraviglia se ad avere quell’aspetto fosse un barbone con inclinazioni delinquenziali, ma spacciare questo volto per quello del Cristo è cosa veramente fuori dal mondo.

Ci vien naturale pensare che Piero potesse trascorrere le ferie sull'Himalaya e che sia stato il primo a scorgere lo Yeti, il primitivo essere pseudo-umano che gli abitanti di quei luoghi descrivono esattamente come lui ci rappresenta questo Cristo.

Ma andiamo a spiegare il perché di questo volto (molto vi aiuterebbe leggere anche il mio articolo “Madonna del Parto, il segreto che questo affresco nasconde”in quanto le motivazioni sono le stesse).

E’ con profondo disappunto che ci rendiamo conto che anche l’atteggiamento del corpo del Cristo è perfettamente consequenziale al volto:

il suo atteggiamento è quello tipico del condottiero vincitore che alza il suo vessillo sugli avversari massacrati: la gamba sollevata col piede sul sarcofago nel tipico atteggiamento di colui che si è imposto sul nemico e l’ asta col vessillo della croce impugnata come una lancia che abbia appena trafitto decine di avversari.

Si ha la netta impressione che non soldati addormentati si trovino davanti al Cristo, ma cadaveri disseminati su un campo di battaglia sul quale il Redentore ha imperversato.

Solo dopo aver ragionato sul senso iconografico del dipinto si può passare a pensare di essere di fronte a una resurrezione.

L’impatto immediato è quello del massacratore e delle sue vittime, ed è proprio questo che Piero voleva che vedessimo.

Guardiamo infatti con attenzione alcuni particolari del dipinto.

In primis notiamo una cosa mortalmente inquietante, e cioè che nella parte destra del paesaggio le colline sono coperte di abbondanti escrescenze erbose ben visibili, che gli alberi sono dotati di abbondantissime chiome verdi, situazione che permette anche la vita degli uomini (rappresentata dalle costruzioni visibili dietro il primo albero a sinistra), mentre nella parte sinistra del paesaggio, ove campeggia, guarda caso, il vessillo con la croce, solamente macchie verdi che possono alludere e non alla presenza dell’erba, in ogni caso un’erba in condizioni disastrate che non ha nessun paragone con quella di destra. Sempre a sinistra poi, gli alberi sono tragicamente spogli e nessuna presenza di costruzioni tradisce la presenza umana: sembra effettivamente che sia appena transitato, con le sue orde, il celeberrimo Attila.

Devo a questo punto di nuovo ricordare che non ci troviamo di fronte ad una foto che casualmente potrebbe aver colto due paesaggi di cui uno rinsecchito ed uno verdeggiante e che casualmente il rinsecchito è venuto a trovarsi perfettamente dalla parte della croce e l’altro perfettamente a destra del vessillo medesimo .

Questo è un quadro! Se ciò accade significa che il pittore lo ha voluto!

Riassumiamo allora:

  1. Un volto orrendo che non ha nessun rapporto con gli altri dipinti da Piero un volto che lo assimila fortemente alla sciatta e violenta primitività di un uomo delle caverne e la cui espressione può essere definita senza tema di errore “bieca”
  2. Un atteggiamento corporeo corrispondente a quello di un sanguinario condottiero che ha appena massacrato a colpi di lancia il nemico che gli sta davanti.
  3. Un paesaggio che, proprio dalla parte della lancia-croce, appare rinsecchito come se

le orde di Attila vi fossero appena passate.

Cosa vuole significare tutto ciò? semplicemente questo:

il paesaggio rinsecchito, là dove sventola la croce, rappresenta gli effetti della negazione da parte della Chiesa della speculazione filosofica legata allo studio empirico della natura e i soldati morti o feriti rappresentano gli uomini, la razza umana, quindi l'umanesimo, perseguitati e massacrati (intellettualmente) da un cristianesimo che osteggia violentemente in tutti i modi possibili le dottrine umanistiche.

Piero par voler accusare il cristianesimo, e quindi Cristo stesso, di essere un massacratore dell’umanesimo cioè di quello spirito laico che riconduce allo studio della natura i procedimenti filosofici della conoscenza.

Piero ci ha poi lasciato la prova del fatto che ha voluto che interpretassimo i soldati a terra non dormienti ma deceduti o feriti: osserviamo infatti un particolare importantissimo che mai nessuno ha notato.

Fig. 4.

Fig. 4.

Come potete vedere in fig.4, il secondo soldato da sinistra risulta appoggiato all’asta del vessillo ,

MA TRATTASI DI UN ERRORE MADORNALE! SE IL SOLDATO DORMIVA MENTRE CRISTO RISORGEVA COME PUO’ L’ASTA DELL’APPENA RISORTO TROVARSI IN QUELLA POSIZIONE? E’ CHIARO CHE IL SOLDATO SI E’ ACCASCIATO SU DI ESSA DOPO CHE CRISTO E’ USCITO DAL SEPOLCRO!

E siccome ci riesce difficile immaginare che vedendo Cristo risorgere questi uomini si siano appisolati, risulta chiaro che Piero ci vuol far capire che è stato il buon Redentore a ridurli in quello stato.

Risultando, l’uomo appoggiato all’asta, un evidente autoritratto (storicamente riconosciuto) del nostro genio, ed avendo egli l’effettivo colore e postura di un cadavere, non ci vuole molto a capire che Piero ritiene di essere lui il maggior danneggiato dalla Chiesa e dalle loro ossessioni antiumanistiche. Non possiamo infatti non notare come la postura del Cristo e la posizione dell’asta, diano la netta impressione che il soldato sia stato da quella, e quindi dal cristianesimo e da chi lo rappresenta, trafitto.

Resta da chiarire l’atteggiamento del soldato con scudo e lancia anch’esso appoggiato al sarcofago, la cui postura ed il cui colorito lo indicano come effettivamente dormiente. Non possiamo non notare come egli porti sullo scudo la sigla SPQR (Senatus Popolusque Romanus) . Trattasi in questo caso dell’accusa alla politica dello Stato Romano che nulla faceva (dormiva, quindi) per porre fine all’imperversare della persecuzione cristiana nei confronti della conoscenza umanistica.

Questo quadro rappresenta una grandiosa, criptata denuncia nei confronti di una Chiesa che osteggiava in ogni modo la vera metodologia di interpretazione del reale, cioè quella umanistica.

A.Cottignoli 2016

 

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

 

PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"
PIERO DELLA FRANCESCA "RESURREZIONE DEL GRANDE MASSACRATORE"

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

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