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19 febbraio 2017 7 19 /02 /febbraio /2017 23:31
BURRI ALBERTO: PER MARLON BRANDO IN "ULTIMO TANGO A PARIGI"?

Figura sopra:

"BIANCO CRETTO" (ovvero: "CHIARA OPERA DI UN CRETTINO"), Alberto Burri.

 

Meglio, molto meglio sarebbe stato se Burri lo avesse usato Marlon Brando nel film “Ultimo tango a Parigi”.

Sicuramente sarebbe anche finito al posto giusto.

Non me la voglio comunque prendere in particolar modo con questa “finzione di artista” in quanto riconosco che alcune rare “opere” sue potrebbero utilizzarsi a livello decorativo (ma non andrebbero pagate più di 200-300 euro), cosa che assolutamente non possiamo dire per i tagli di Fontana che non presentano nessuna possibilità di utilizzazione se non come suporti pseudo-rigidi in una discarica di rifiuti organici.

A chi crede che i valori assurdi raggiunti dalle “opere” del burroso artista siano veritieri e non il frutto di truffe operate dai mercanti che ne dirigono il mercato con la complicità delle aste, prego di andare a leggersi il mio articolo “L’urlo di Munch:una truffa ben organizzata”, e “Lucio Fontana, un imbecille per collezionisti imbecilli”.

In occasione del centenario della nascita era interessantissimo vedere il colossale padiglione che ArteFiera di Bologna 2015 gli aveva dedicato, interessante non per le opere esposte però, ma per il fatto che le sale erano sempre completamente deserte: la gente metteva dentro la testa, dava un rapido sguardo intorno e poi sgusciava via rapidamente, i più intelligenti borbottando in malo modo.

Anche Burri deve la sua fama al fatto che le sue “opere” erano velocemente e facilmente realizzabili (un esercito di extracomunitari sottopagati potevano farne decine al giorno) e quindi egli era in grado di fornirne in quantità industriali ai mercanti a prezzi bassissimi (tanto anche a € 50 al pezzo bastava produrne 10 al giorno per incassare € 500 giornalieri, esenti da spese in quanto tele e materiali venivano procurati dai mercanti).

Per capire meglio tutto vi suggerisco di leggere i miei articoli riguardanti l’arte contemporanea.

Collezionisti svegliatevi!!!!!!! è dalla metà del secolo scorso che vi turlupinano con costose ciofeche convincendovi addirittura che sono belle e accecandovi col miraggio di enormi guadagni che non solo non vengono mai, ma che si risolvono sempre con la perdita pressoché totale del denaro investito.

A.Cottignoli 19 febbraio 2017

 

 

 

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

 

BURRI ALBERTO: PER MARLON BRANDO IN "ULTIMO TANGO A PARIGI"?
BURRI ALBERTO: PER MARLON BRANDO IN "ULTIMO TANGO A PARIGI"?
BURRI ALBERTO: PER MARLON BRANDO IN "ULTIMO TANGO A PARIGI"?

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

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