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28 febbraio 2017 2 28 /02 /febbraio /2017 18:23
"STRADA CON CIPRESSI E SOLE". VAN GOGH

"STRADA CON CIPRESSI E SOLE". VAN GOGH

Tutti sembrano ignorare le enormi dimensioni della “stella” che domina la parte sinistra del cielo che, se sulla destra non fosse presente la luna, non esiteremmo ad affermare che si tratta del sole. E che di sole infatti si tratti ce lo conferma poi anche il colore: dove mai si son viste stelle gialle?

Che la convivenza nel medesimo cielo di questi due astri così vicini sia impossibile lo sappiamo bene, ma qui non si tratta di fotografia ma di dipinto: tutto qui può succedere, dipende solamente da cosa vuole dirci l’autore.

Egli infatti ha grandiosamente raccolto in quell’unica immagine la stella ed il sole, che non è in fondo che una “”nana gialla”.

Per cominciare a capire cosa voglia dirci cominciamo dal calesse, sul quale vediamo due personaggi, uno maschile e uno femminile

INGRANDIMENTO DEL CALESSE

INGRANDIMENTO DEL CALESSE

Andiamo poi a vedere il “cipresso” che domina la scena in primo piano

EVIDENZIAZIONE DELLA DIVISIONE DELLE CHIOME DEI DUE CIPRESSI

EVIDENZIAZIONE DELLA DIVISIONE DELLE CHIOME DEI DUE CIPRESSI

Non di un solo cipresso si tratta ma di due (nessuno se ne era mai accorto prima, tant’è che nel titolo si parla di “cipresso”), com’è evidente dai due tronchi che Vincent ha dipinto molto corti perché non vi prestassimo attenzione e come ci rivela la linea scura (visibile, come i due tronchi, solo se si presta molta attenzione) che divide le chiome, evidenziata nella figura sopra dalla linea rossa (part. A).

Le chiome di questi due cipressi si sovrappongono quindi, dandoci l’impressione di fondersi assieme come se si trattasse di un’unica pianta.

Ci dimostra la volontà di Vincent di dipingere due cipressi non solo un disegno su una lettera a Theo

DISEGNO DA UNA LETTERA DI VAN GOGH A THEO

DISEGNO DA UNA LETTERA DI VAN GOGH A THEO

ma anche il fatto che sempre egli dipinga i cipressi in coppia, molto vicini e, esattamente come in questo caso, uno più piccolo ed uno più grande (vedi foto sotto)

VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE

Anche in “Notte stellata” i cipressi sono due molto vicini (tant’è che anche qui si parla di un unico albero) e sempre uno più grande ed uno più piccolo (a destra, di cui è visibile solo la cima).

"NOTTE STELLATA", VAN GOGH

"NOTTE STELLATA", VAN GOGH

Anche qui è evidente l’intenzione di sovrapporre le due chiome perché si abbia l’impressione che l’albero sia uno solo e così infatti fino ad oggi si è pensato.

Ci tengo a precisare che l'importantissima scoperta dell'esistenza dei due cipressi in questo dipinto non si deve a me ma alla mia collaboratrice, dott.ssa Annamaria Denaro Storica dell'Arte.

 

Ma tornando a “Strada con cipresso e stella”, riguardo alla natura della “stella” ci aiuta sempre il sopraccitato disegno inviato a Theo, dove è ben visibile il tratto circolare continuo sulla sinistra di dimensioni più grandi della luna e che quindi non può certo sottendere ad una stella ma al sole.

Vincent deciderà poi di dipingere questa nostra “nana gialla” di dimensioni più ridotte semplicemente perché la massa e la luce sua fossero quasi equivalenti a quelle della luna onde pareggiare le valenze simboliche.

Dagli altri quadri che abbiamo visto sopra è poi facilmente intuibile la funzione simbolica dei due cipressi sovrapposti: che gli alberi siano universalmente metafora della vita non è certo in discussione: in questo caso l’albero alto ne rappresenta la parte maschile e quello basso la femminile (non me ne vogliano le femministe accanite, ma in natura i rapporti dimensionali si manifestano in questo modo) in cui si concretizzano ovviamente anche i due personaggi maschile e femminile presenti sopra il calesse nel dipinto essendo, gli umani, appunto il culmine della piramide della vita.

Non bisogna certo essere buddisti per capire che tutte le manifestazioni della la vita si protendono disperatamente verso l’alto, altezza che negli esseri umani si concretizza fondamentalmente nelle tensioni emotivo-sentimentali.

I problema nasce qui dal genere di albero scelto da Vincent, cioè l’unico tipo di albero che invece, fin da epoca greco-classica è ritenuto un simbolo mortuario, quindi in antitesi alla vita.

Interviene ad aiutarci a comprendere le sue intenzioni, quello che Vincent scrisse a Theo:

...guardare il cielo mi fa sempre sognare...Perché, mi chiedo, i punti scintillanti del cielo non sono accessibili come i puntini neri sulle cartine della Francia? Proprio come prendiamo il treno per andare a Tarascon e Rouen, così prendiamo la morte per raggiungere una stella.

Una frase grandiosa che ci indica come il cuore suo fosse preda di tensioni emotive profondamente metafisiche, tanto da non ritenere possibile la realizzazione di quelle su questa terra.

Solo nell’immensità paradisiaca del cielo pensava che fosse possibile trovare corrispondenza a ciò che gli esplodeva in petto.

E il duplice cipresso diviene allora viatico per il cielo, trasformato altresì in simbolo di consunzione dall' uso delle pennellate verticali-ascendenti con cui egli coscientemente simula le fiamme: fiammeggiante massa oscura quindi, che verso le stelle ed i più azzurri spazi si protende, infuocato obelisco che, più in alto che può, par conficcarsi.

Ma non possiamo fare a meno di identificare noi stessi ed i nostri più sublimi desideri in questi due cipressi: noi, il cuore mio con quello di lei, miracolosamente fusi in un’unica forma, insieme fiammeggianti verso il cielo da sempre sognato, là dove, giorno e notte finalmente convivono, come noi teneramente uniti in un impossibile abbraccio.

Ma limitato è sempre, seppur immenso, il sentimento, ed oscura ed inquietante è la fiamma che in questo abbraccio ci consuma... solo al di là della vita, ci dice Vincent, là dove i due principi eterni, i due signori della luce e del buio, felicemente convivono, là solamente potremo finalmente, sciolti dai terrigni vincoli, fare nostra la grandiosità del sogno.

Ma torniamo adesso al quadro: due amanti hanno abbandonato la casa dove vivevano, individuata dai due cipressi separati che simboleggiano i limiti sentimentali del loro rapporto e, su un calesse, si dirigono verso qualcosa di più grandioso:

i due grandi cipressi uniti che fanno di sé una cosa sola.

Viaggio alla conquista di stelle, sole e luna finalmente uniti, viaggio verso la passione e la tenera dolcezza dell’unione assoluta da sempre agognata sì, ma, per raggiungere la meta, dovranno fare di sé stessi il mortuario, fiammeggiante, oscuro viatico che verso il cielo si perde.

Solo quello, ci dice il pittore, all’estrema completezza del sogno conduce.

Si divide più avanti la strada, larga e tranquilla alla nostra destra per chi alla vita normale si affacenda, stretta e difficile a sinistra per chi si avventura ad inseguire la sconsiderata difficoltà del sogno.

Questo, squallidi uomini che nulla avete capito, era il pensiero immane di Vincent.

 

Vincent carissimo,

che al cuore ti portasti la pistola per imboccare, solitario, quella strada, spero che, nel lungo viaggio che ancora verso il sogno ti conduce, tu possa finalmente intersecare la strada di colei che da sempre cercavi. 

A.Cottignoli 27 febbraio 2017

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

Alcuni dipinti miei che si rifanno a principi simili

VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
VAN GOGH "STRADA CON CIPRESSO E STELLA": I CIPRESSI INVECE SONO DUE E NON DI STELLA SI TRATTA MA DI SOLE
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