Non vi è mai passato per la testa che il “monocromo” possa essere concepito solamente da una mente “mononeuronica”?
Ma siete proprio pecore? Basta che un cretino con le sue cavolate riesca (subdolamente e con intenti truffaldini), attraverso mercanti e media, a farsi conoscere, perché voi crediate che quanto produce sia artistico?
Chiunque tentasse in epoche non sospette di spacciare per prodotto artistico una tela dipinta in maniera uniforme con un unico colore non solo veniva ritenuto un cretino ma, se insisteva, veniva anche rinchiuso in una casa di cura, possibile che adesso, dato che mercanti delinquenziali e semianalfabeti dotati degli agganci giusti riescono invece a far comparire queste scemenze su giornali e televisioni, improvvisamente chi le produce non sia più da rinchiudere ma si trasformi invece addirittura nel contrario, cioè in un genio?
Ma di che razza di stupidità è preda il genere umano? Siete dunque calati nell’assoluta incapacità di capire per vostro conto?
Gregge rincoglionito che segue ciecamente il capobranco nel precipizio?
E non ditemi che sono maleducato e cattivo, per quello che lasciate che avvenga nel mondo dell’arte meritereste ben altro.
Come e perché le oscenità dell’arte contemporanea riescano a diventare famose e a raggiungere prezzi assolutamente demenziali, anche se finti, l’ho già ampiamente spiegato in altri articoli: “L’urlo di Munch: una truffa ben organizzata” e “Lucio Fontana: un imbecille per collezionisti imbecilli”
Per concludere dirò solo che il famoso “blu Yves Kein” è oltretutto una tinta orrenda tremendamente offensiva per il nostro apparato percettivo.
Auguri comunque, a chi acquista le stupidaggini di questo artista, di non cadere in depressione quando cercherà di rivenderle a qualche altro cretino e si accorgerà che ha dilapidato il suo investimento.
A.Cottignoli 17 febbraio 2017
BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)
Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.
Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca
MANZONI IN VATICANO?
Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.
Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.
Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?
Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.
Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.
“Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.
“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”
Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”. Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.
Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:
IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.