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15 dicembre 2017 5 15 /12 /dicembre /2017 19:26
TOMBA DI GIULIO II, ROMA, MICHELANGELO BUONAROTTI

TOMBA DI GIULIO II, ROMA, MICHELANGELO BUONAROTTI

Mio Dio, guardo Paolucci che parla della tomba di Giulio II da RAI 5 e sento come si affanna a sottolineare più e più volte il fatto che Michelangelo lavorò tutta la vita a questo monumento e di come poi la Chiesa, attraverso i suoi rappresentanti ed i rabbini parenti urbinati di Giulio non solo decidessero di tradire le sue volontà non erigendo il sepolcro in San Pietro (massima collocazione  a cui era da sempre destinato quando il pontefice era in vita), ma decidessero addirittura di ridurre al minimo l'investimento, tanto da costringere Michelangelo ad abbandonare la moltitudine di statue decise da Giulio stesso (i famosi "prigioni" già in avanzata lavorazione) e a scolpire solo il Mosè, grandioso ritratto di Giulio medesimo, affidando così le altre statue (effettivamente di scadente qualità) ai suoi allievi.

Giulio II fu un grandissimo Papa che con Michelangelo lavorò in grande e felice connubio (possiamo definirli "grandi amici"), come dovette quindi accogliere il Buonarrotti la decisione dello Stato Pontificio (quindi della Chiesa) e dei parenti di tradire il progetto di Giulio ( che era quello di collocare il proprio monumento funebre nella più autorevoli delle sedi cristiane, cioè San Pietro), di spostare la tomba in una chiesa periferica (di assai minore importanza) e non solo,ma di tradire il primigenio grandioso progetto strutturale, approvato da Giulio, per ridurlo a uno squallido monumento in cui solamente il Mosè spicca per bellezza, qualità ed imponenza (STORICAMENTE RICONOSCIUTO COME RITRATTO DI GIULIO II ) ma mortalmente abbruttito dalla povertà della struttura e dallo squallore delle altre statue che la scarsità di denaro investito obbligò a produrre? Come accolse Michelangelo la decisione non dobbiamo nemmeno immaginarcelo perchè lo sappiamo benissimo: tutto ciò lo rese furioso, e non solo nei confronti del proprio lavoro rifiutato, ma anche per l'assoluta mancanza di rispetto, fondamentalmente dei rappresentanti della Chiesa per la grandezza del Pontefice.

Papa tradito in toto dalla Chiesa medesima.

E NON E' FORSE LA CHIESA LA GRANDE, UNICA  E SACRA SPOSA DEL PONTEFICE?

Devo proprio, a questo punto, chiarire ulteriormente? Lo farò per esigenze di completezza.

Paolucci ascoltami, non far finta di nulla come al solito, quelle corna Michelangelo le ha messe lì per la motivazione più comune del mondo:

PER FARCI CAPIRE CHE GIULIO, IL SUO GRANDE COLLABORATORE , FU TRADITO PROPRIO DALLA SUA SPOSA, CIOE' LA CHIESA!!!!!!!!

Ma Dio Santo, possibile che gli esseri umani siano così totalmente incapaci di associare i dati che la storia con tanta chiarezza ci fornisce?

Antonio, guardalo questo povero pontefice, guarda come Michelangelo l'ha raffigurato! GUARDALO FRONTALMENTE (che è dalla visione frontale che si giudicano le espressioni) nella foto che riporto, sforzati e ti accorgerai di come egli sia mortalmente TRISTE E CONTRARIATO, vittima del tradimento non di una moglie umana ma dI una compagna tremendamente più importante ed espulso (proprio lui) dalla più gloriosa delle sedi Sue, quella di San Pietro, che gli spettava di diritto.

Guardatelo bene questo povero Giulio, ma quelle vi sembrano solo, proprio solo corna? ricordo quando le vidi la prima volta e non mi sembrarono assolutamente delle corna allora, bensì delle orecchiette! Michelangelo le scolpì infatti con una strana forma arrotondata dietro MA PIATTE FRONTALMENTE (evitò solo, per non essere scoperto, di scavarne l'interno) e una più inclinata verso destra, proprio come spesso si presentano le orecchie (e non certo le corna) specie quelle del coniglio. Sono altresì prive di punta, perchè si determinassero quindi non solo ed sclusivamente come corna ma in modo che riunissero assieme due oggettualità, quella di corna e quella di orecchie animali, probabilmente di coniglio.

E così pare infatti il povero Giulio:

cornificato e assieme una specie di Bunny a cui sia stata sottratta l'ultima carota.

Antonio, Strinati, Vittorio, Montanari, è così che lavorano i geni, capisco che non potete esservene accorti perché, senza mettere in dubbio la vostra intelligenza, ci vuole un altro genio per capire tutto questo e non solo, ma un genio che lavori in campo artistico ad altissimi livelli. Capisco anche che dobbiate far finta di niente per non essere costretti a ritirare tutti i libri che avete scritto su questo argomento, ma questa mia non è solo un'ipotesi, questa è una certezza scientifica conclamata dalla perfetta concomitanza di un'infinità di dati empirici, cercate almeno di fare in modo che su queste corna si smetta di raccontare stupidaggini.  

Ridiamo per favore la lettura giusta a questa statua, sia per rispetto alla grandezza di quel pontefice sia per rispetto a quella di Michelangelo e alla correttezza sua che volle in qualche modo vendicarlo..

A.Cottignoli dicembre 2017

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

MOSE' DI MICHELANGELO: IL PERCHE' DELLE CORNA FINALMENTE
MOSE' DI MICHELANGELO: IL PERCHE' DELLE CORNA FINALMENTE
MOSE' DI MICHELANGELO: IL PERCHE' DELLE CORNA FINALMENTE

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

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