Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
22 febbraio 2015 7 22 /02 /febbraio /2015 10:39

 

Chiarito nel primo articolo come non sia possibile che gli etruschi siano  “villanoviani-evoluti” , andiamo a riportare alcune notizie storiche relative alle antiche popolazioni che abitarono l’Egeo ed il Medio Oriente. Queste notizie non sono da considerarsi verità assoluta, ma senza dubbio estremamente indicative dei fatti storici che precedettero gli insediamenti dei popoli della cui storia abbiamo concreta certezza documentale e ci rifaremo a quanto reperito in “Civiltà cattolica” (Harvard College Library).

Riassumendo quanto riportato nell’insigne pubblicazione, precisiamo anzitutto che LEMNOS FU CHIAMATA DAI GRECI CON LO STESSO NOME DELL’ELBA, E CIOE’ AETHALIA

 e che due sono le spiegazioni per questo fatto: una si rifà alla lingua greca per cui Aethalia significherebbe “La Fuligginosa” o “La Fumosa”, e questo deriverebbe dal fatto che in entrambe le isole si lavoravano i metalli e da esse si sarebbero quindi sempre levate le alte colonne di fumo delle fornaci, mentre l’altra spiegazione, che a mio avviso dovrebbe trovare compimento e completezza nella prima, è che l’isola di Lemnos venne colonizzata dagli Hethei-Pelasgi e appunto da questi prese il nome. Non dimentichiamo infatti che Omero racconta che su Lemnos cadde Vulcano e che questi, per ringraziare gli abitanti dell’isola per averlo soccorso insegnò loro tutti i segreti della metallurgia.

Affascinante e molto realistica è questa seconda ipotesi di colonizzazione da parte degli Hethei, cosa che trova conferme nelle poche documentazioni “storiche” che abbiamo di questo antico periodo, leggiamo infatti (da “Civiltà cattolica”): “ Questi insigni fabbri, scopritori di miniere e lavoratori di metalli.... i quali scesero dalle montagne d’Armenia nell’Asia Minore e da questa si tramutarono parte nelle isole dell’Egeo, e parte nella Tracia e nel resto d’Europa, recando seco per tutto i segreti dell’arte loro. Nell’Asia Minore, come vedremo, la metallurgia, largamente esercitata dagli Hethei, fu per loro sorgente di ricchezza e potenza, onde, specialmente per l’armi di ferro, tennero fronte ai Faraoni della valle del Nilo. Lasciato poi il continente asiatico....andarono migrando per le isole dell’Egeo e per tutti i paesi di Grecia e d’Italia dove si stabilirono....” e ancora “ Nell’Isola di Lemnos erano miniere di metalli ed i primi che vi esercitarono l’arte di cavarli e di lavorarli furono gli Hethei (–Pelasgi)....Di qui l’opinione degli antichi che il fuoco e la fabbrica delle armi fu inventata a Lemnos”. Riportiamo poi anche “ .... tradizione universale ed unanime che la civiltà primitiva viene dall’Oriente in Occidente e non viceversa.” 

Tiriamo adesso le somme di quanto sopra, tenendo presenti i dati fondamentali: 

1)    gli Hethei erano “insigni fabbri, SCOPRITORI DI MINIERE e lavoratori di metalli

2)    gli Hethei si stabilirono a Lemnos e in Asia Minore (ovviamente sulle coste della Turchia prospicienti l’isola medesima, quindi la futura Lidia), leggiamo infatti (in “Civiltà cattolica”) “E’ fuori dubbio che gli Hethei di Lemnos sono gli stessi della Troade....”

3)    risulta che gli Hethei di Lemnos esercitarono per primi l’arte di cavare i metalli e di lavorarli e che lì  inventarono il fuoco e la fabbrica delle armi

4)    gli Hethei erano potenti soprattutto per le armi di ferro 

5)    gli Hethei si recarono in Europa portando l’arte loro

6)    gli hethei migrarono (anche) in Italia dove si stabilirono

7)    dagli Hethei prendono lo stesso nome “Aethalia” sia Lemnos che l’Elba

 

Non mi sembra difficile dedurre che fin dall’antichità questo popolo di scopritori di miniere, che prestava la massima attenzione al ferro, che garantiva la loro potenza,  recatosi in Italia non può non aver scoperto il fantastico bacino minerario racchiuso tra Elba e Argentario (visto che tali zone erano di massima estensione proprio sulla costa e visto la ricchezza estrema di ferro, cosa che più interessava loro, dell’Elba) e il nome Aethalia dell’Elba ci conferma sia questa scoperta sia che sicuramente impiantarono nella zona delle basi addette allo sfruttamento minerario.

Pare quindi che molto prima dei lidi un popolo di origine orientale si sia impossessato delle zone che poi genereranno la nazione etrusca, ma come si spiega allora il racconto di Erodoto che vuole i lidi colonizzare la toscana nell’ XI secolo? Bene, non dimentichiamo che gli Hethei si stabiliscono anche nei territori della futura Lidia e che, proprio nell’ XI secolo Dori e Ioni invadono quei territori: non è assolutamente improbabile che siano queste popolazioni (guarda caso fondatrici di dodecapoli) che, resi edotti dagli Hethei della Turchia (con i quali probabilmente si mescolarono)  dell’esistenza del bacino minerario toscano abbiano provveduto a prenderne possesso. Erodoto vive nel V secolo a.C., quindi sicuramente non a conoscenza di chi abitava la Turchia ben 600 anni prima, ma ben sapendo egli che in quella zona esisteva, ancora ai suoi tempi, la nazione Lidia o in ogni caso un territorio così denominato, probabilmente parla della migrazione degli abitanti di quella zona verso la Toscana nell’XI secolo denominandoli “lidi” semplicemente perché lì risiedevano o supponendo in ogni caso l’esistenza della nazione Lidia già in quei tempi remoti. Certo in quel tempo lontano (XI sec. a.C.) non si trattò di migrazione ma di colonizzazione e probabilmente la “migrazione” dei lidi di cui parla Erodoto potrebbe essere quella del 546 a.C. causata dalla conquista persiana che mise fine al regno di Lidia. Sicuramente, spinti dai persiani, una grande quantità di esuli si riversarono verso le coste toscane dove la colonizzazione orientale aveva già dato luogo a grandi e ricchissime  megalopoli. Non per nulla il grande incremento demografico etrusco è da individuarsi appunto tra il 550 e il 450 a.C..

Molto probabilmente la fonte a cui Erodoto attinge, già un secolo dopo la fine della nazione Lidia (più precisamente il suo incorporamento in quella persiana), fuse i due avvenimenti in un uno solo e collocò tutti questi avvenimenti nell’XI secolo.

 

C’è poi una cosa importantissima che il Pallottino finge di ignorare:

le origini troiane dei Romani, santificate da Virgilio nell’Eneide,

FURONO COPIATE (come moltissime altre cose) DAGLI ETRUSCHI!!!!

SONO GLI ETRUSCHI CHE SI RITENGONO EREDI DEI TROIANI!!!!!

Esistono numerose documentazioni sia storiche che archeologiche di questo fatto, famosa è la statuetta di Enea col padre Anchise ritrovata a Veio, ed è poi noto che gli etruschi si ritenevano eredi di Dardano infatti Omero ci dice essere questi il fondatore della Dardania e i cui discendenti fondarono Troia. A riprova di tutto questo valga il fatto che sui cippi di confine di una comunità etrusca trasferitasi in Tunisia ESSI SI DEFINISCONO “DARDANI”.

 

LA LINGUA

 

E’ ben noto che nel 1885 a Lemnos, precisamente a Kaminia fu ritrovata una stele iscritta (datata al VII-VI sec. a.C.) in una lingua molto simile a quella etrusca e che molti studiosi definiscono effettivamente “etrusca”. Lo stesso Pallottino scrive “ ...stele con differenze palesi ma con incontestabili analogie con l’etrusco che fanno pensare a una lingua magari appartenente allo stesso ceppo linguistico, ma non identica.” e non si rende conto di essere proprio lui ad avvallare, con queste parole, l’origine egea degli etruschi: se l’etrusco è una variante della lingua lemnia è ovvio che questa variante si è generata in Italia causa la lontananza dalla madre patria o in ogni caso dalle zone orientali in cui tale lingua veniva usata. Ipotizzare che tale lingua fosse nata in Etruria e che poi si sarebbe modificata a Lemnos (o in oriente che sia) è un’ipotesi demenziale: è ben accertato che questa lingua è una derivazione di quella greca e quindi di origine orientale!!

Il legame strettissimo della stele di Lemnos con l’Etruria è poi confermato dal nome Myrina che compare nella stele e che risulta essere il gentilizio della famiglia proprietaria della tomba dell’Orco a Tarquinia.

Ma il Pallottino si esibì anche in un’altra colossale boiata, affermò infatti che, in ogni caso, quella stele significava CHE GLI ETRUSCHI AVEVANO COLONIZZATO LEMNOS (?!?!?!?!) o al massimo che esisteva una base commerciale etrusca sull’isola.

Per l’ipotesi della colonizzazione di Lemnos da parte degli etruschi, evito commenti (sarebbe stato più appropriato un intervento psichiatrico atto a stabilire, all’epoca, la capacità di intendere e di volere del succitato “studioso”, intervento che sicuramente avrebbe avuto come epilogo l’utilizzo della camicia di forza),  per quel che riguarda l’ipotesi della base commerciale etrusca, per la legge dei grandi numeri essa risulta demenziale, infatti ci si chiede perché tale base etrusca si dovesse trovare “casualmente” proprio a Lemnos (che sappiamo legata per origini alla troade), quindi proprio nella zona di cui sia gli storici, sia gli etruschi stessi, affermano essere originari.

Se il Pallottino proponesse questa ipotesi della base commerciale ad un qualsiasi matematico otterrebbe lo stesso risultato precedente: l’intervento di uno psichiatra e la camicia di forza.

E infatti la smentita al Pallottino è pure arrivata dagli scavi della Scuola di Atene a Lemos CHE HA RITROVATO NUMEROSI FRAMMENTI DI CERAMICA CON ISCRIZIONI IDENTICHE A QUELLA DELLA STELE DI KAMINIA, cosa che elimina definitivamente l’ipotesi della base commerciale e lascia spazio solo a quella indecente da sostenere, della “colonizzazione etrusca dell’isola”.

Troviamo a questo proposito su Wichipedia:

“ Ecco le prove dell’origine egea degli etruschi sempre dichiarata dagli storici antichi”.

Aggiungiamo poi che una quantità di linguisti  glottologi ha da tempo confermato le connessioni profonde sussistenti tra la lingua etrusca e quella anatolica, fondamentalmente con quella della Lidia: Albert Carnov, Marcello Durante, Vladimir Georgiev , Onofrio Carruba, Francisco R. Adrados, Alessandro Morandi e Helmut Rix (vedi Massimo Pittau  www.pittau.it/Etrusco/Studi/origetr.html ).

 

TESTIMONIANZE IN LIDIA

 

Basilare è il dato storico che la città di Sardis, capitale le della Lidia, ERANO CONVINTI DI ESSERE IMPARENTATI CON GLI ETRUSCHI, infatti NEL 26 d.C. chiesero al senato romano l’onore di poter innalzare nella loro città un tempio in onore dell’imperatore Tiberio, IN NOME DI QUEI VINCOLI DI SANGUE CHE LI LEGAVANO AGLI ETRUSCHI, VINCOLI DEI QUALI GLI ETRUSCHI STESSI ERANO CONSAPEVOLI, COME DIMOSTRAVA UN LORO DECRETO RICORDATO DAI LIDI.

(www.pittau.it/Etrusco/Studi/origetr.html )

 

 

LA GENETICA

 

Sfortunatamente per il Pallottino anche gli studi genetici continuano (come se non bastasse) a dargli del cretino, infatti il dott. Torroni Sforza con un gruppo di genetisti ha provveduto a comparare il DNA degli abitanti di Murlo, Volterra e Valle del Casentino con quello di 15.000 soggetti di 55 popolazioni europee e di Asia centrale ed il risultato è stato che si sono riscontrate somiglianze significative tra DNA degli abitanti delle zone italiane analizzate e quello degli abitanti della Turchia.

Ma non basta ancora, altre analisi sono state fatte dal dott. Paolo Ajmone-Marsan dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (con partecipazione del prof. Torroni e del prof. Luigi Cavalli Sforza della Stanford University) sui bovini maremmani, indagine che HA EVIDENZIATO UNO STRETTISSIMO LEGAME CON I BOVINI DI ORIGINE ORIENTALE.

 

 

 

CINESERIA IN FRANCIA ?!?!?!

 

 Alterniamo alle prove dell’origine egea degli etruschi le boiate sparate dal Pallottino non a sostegno della sua ipotesi, ripeto, completamente priva di ogni tipo di giustificazione, ma basata solo sull’inconsulto e demenziale tentativo di negare l’origine egea.

Bene, scrive il nostro “studioso”:

“....La presenza di oggetti e articoli cinesi d’arredo in dimore aristocratiche francesi del XVIII secolo, lungi dal testimoniare una migrazione di massa dall’estremo oriente verso la Francia, denota una moda dell’epoca. Del resto la questione dell’arte orientalizzante non è mai stata posta in questi termini per le altre aree mediterranee interessate dal fenomeno.”

La malafede pallottiniana risulta qui evidente,

FORSE CHE LA LINGUA FRANCESE DERIVA DA QUELLA CINESE?????

FORSE CHE LE TOMBE FRANCESI SONO IDENTICHE A QUELLE CINESI???

FORSE CHE NELLE DIMORE FRANCESI TUTTO ERA DI ORIGINE CINESE? NO DI CERTO, MENTRE QUANDO SI RITROVANO TOMBE “ORIENTALIZZANTI” IN ETRURIA, TUTTO AL LORO INTERNO E’ ORIENTALE E SI TIENE QUI A SPECIFICARE CHE NON SONO MAI ESISTITE “MODE” CHE ESTROMETTANO LE USANZE LOCALI FINO AD ANNULLARLE COMPLETAMENTE, ALTRIMENTI SI PARLEREBBE DI “MUTAZIONE” E NON DI “MODA”.

Riguardo alla “moda orientalizzante” delle altre aree del mediterraneo, guarda caso il Pallottino evita di fare degli esempi, infatti notiamo in primis che nessun altro popolo che abita l’Italia in quel periodo subisce tale “moda”, si va dalla totale assenza di manufatti orientali alla loro presenza, assolutamente sporadica, sempre inserita in corredi tombali quasi totalmente composti da oggettistica locale. Se proprio vogliamo, la “moda orientalizzante” la rintracciamo sulle coste greche orientali, ma qui si tratta non tanto di moda quanto di importazione di oggetti pregiati che in Grecia ancora non si era in grado di produrre, in ogni caso anche qui la presenza di oggettistica orientale è sporadica, sempre in quantità ridottissima nei confronti della produzione locale e non dimentichiamo che ci troviamo a due passi dalla Turchia, Paese con cui i collegamenti sono facilissimi in quanto garantiti dal ponte formato dalla moltitudine delle isole egee. Se una moda orientale fosse esistita veramente a quei tempi, la Grecia, così vicina e ben collegata all’oriente, sarebbe stata invasa dall’oggettistica orientale in maniera mostruosamente superiore a quanto riscontriamo in Etruria.  A riprova di questo notiamo come non si trovino certo in Grecia la quantità industriale di tumuli funerari assolutamente identici a quelli lidi che vediamo in Etruria, anzi, notiamo la quasi totale assenza di tumuli di quel genere. Ma al di fuori di questa debole presenza di oggettistica orientale in Grecia, IN QUALE ALTRA ZONA DEL MEDITERRANEO SI SAREBBE MANIFESTATA QUESTA FOLLE MODA ORIENTALIZZANTE DI CUI PARLA IL FAMIGERATO PALLOTTINO?

Certamente il nostro “studioso” non fa esempi, non li fa perché tali esempi non esistono: forse che rintracciamo ossessioni orientalizzanti simili a quella etrusca sulle coste africane? o su quelle spagnole? o su quelle francesi? o su quelle jugoslave? o su quelle orientali italiane? o su quelle meridionali italiane? o su quelle sicule? o su quelle sarde?

NULLA DEL GENERE ESISTE NEL MEDITERRANEO, SE NON SPORADICHE PRESENZE DI QUALCHE, RARO, OGGETTO ORIENTALE!!!!!!!

COSA DIAVOLO DICE IL PALLOTTINO???

 

I POPOLI DEL MARE

 

Un’altra conferma dell’origine orientale degli etruschi ci perviene dai nomi dei popoli del mare.

Già in “Civiltà cattolica” leggiamo che gli Hethei “... tennero fronte ai Faraoni della valle del Nilo.”, e qui il riferimento è chiaramente al tentativo di invasione che i popoli del mare attuarono sulle coste egiziane nel 1210 a.C..

Bene, gli egiziani medesimi parlano di questa aggressione e tra i popoli che respinsero uno si chiamava “Tursha”, da tutti gli studiosi riconosciuto corrispondente a “Tuschi” o “Tusci”, cioè gli etruschi.

Non credo che sia il caso di sottolineare che i popoli del mare avevano origini orientali e che quindi ci troviamo di fronte ad un’ulteriore conferma dell’origine degli etruschi da queste zone.

Come i Tursha si colleghino agli Hethei è senz’altro da chiarire anche se sorge il motivato sospetto che il termine Hethei non debba sottendere un unico popolo bensì una aggregazione di popoli di nomi diversi  uno dei quali sarebbe quello denominato Tursha.

 Questo altresì aprirebbe all’ipotesi, ampiamente confortata dai dati storici, che gli Hethei possano essere i popoli del mare.

Ma tutto questo non fa parte dell’argomento trattato in questo articolo e ci proponiamo di prendere in esame tali fatti in altra occasione.

 

RIASSUNTO

Riassumiamo adesso tutto quanto elencato a favore della tesi orientale e compariamola con le motivazioni esibite dal Pallottino per sostenere la tesi autoctona.

 

 

 

 

TESI DELLA MIGRAZIONE DALL’ORIENTE:

 

1)    assoluta impossibilità di evoluzione dei villanoviani in etruschi

2)    assoluta impossibilità da parte dei villanoviani di fermare l’avanzata colonialistica greca

3)    assoluta impossibilità dei villanoviani di sfruttare le risorse minerarie dell’Elba

4)    la tesi migratoria è sostenuta da Erodoto, Padre della Storiografia e contemporaneo degli etruschi (V sec. a.C.)

5)    la tesi migratoria è sostenuta da ben 30 autori greci e latini contro il solo Dionisio di Alicarnasso che sostiene quella autoctona, storico che però vive ben 400 anni dopo Erodoto

6)    gli autori greci e latini sopraccitati riportano particolari non presenti in Erodoto

7)      2 dodecapoli in Anatolia e 2 dodecapoli in Etruria

8)     l’Elba e Lemnos hanno sono chiamate Aethalia dai greci

9)    Gli Hethei, scopritori di miniere occupano Lemnos e la Lidia e quindi vanno in Italia dove si stabiliscono

10)                      gli etruschi che si dicono eredi dei troiani (addirittura di Enea)

11)                      gli etruschi si autodefiniscono “dardani”, cioè eredi di Dardano, fondatore della stirpe troiana

12)                      la stele di Kaminia (Lemnos) con lingua giudicata anch’essa etrusca

13)                      scritte identiche a quelle della stele di Kaminia rintracciate su frammenti ceramici dalla Scuola di Atene a lemnos

14)                      7 linguisti che attestano la derivazione della lingua etrusca da quella anatolica

15)                      Gli abitanti di Sardis che dichiarano di essere consanguinei degli etruschi e che gli stessi etruschi erano consapevoli di questo

16)                      Il DNA degli abitanti moderni dell’Etruria simile a quello dei turchi

17)                      Il DNA dei bovini maremmani simile a quello dei bovini turchi

18)                      La “moda orientalizzante non reperibile in alcun altra popolazione mediterranea se non in termini sporadici infinitamente inferiori a quanto accade in Etruria

19)                      La testimonianza egizia dell’esistenza nel 1210 a.C. di una popolazione orientale di grandi conoscenze marittime denominato “Tursha”, cioè Tuschi o Tusci

 

TESI DI ORIGINE AUTOCTONA AVANZATA DAL PALLOTTINO

 

1)    Riferimento a Dionisio di Alicarnasso, unico storico che ipotizza l’autoctonia degli etruschi, motivato dal voler a tutti i costi sminuire l’importanza di questo popolo al fine di sostenere un’origine di Roma più nobile, e cioè non collegata agli etruschi ma alla Grecia.

CONCLUSIONI

 

COME E’ POSSIBILE CHE GLI ARCHEOLOGI CONTEMPORANEI SI ACCANISCANO A SOSTENERE L’IPOTESI DELL’AUTOCTONIA DI FRONTE A QUANTO EVIDENZIATO IN QUESTI DUE ARTICOLI?

FIN DAI TEMPI PIU’ REMOTI LE POPOLAZIONI SEMPRE CERCARONO DI DARSI ORIGINI NOBILITATE DA COLLEGAMENTI (SPESSO INVENTATI) CON ALTRI POPOLI DI COMPROVATA CULTURA E GRANDEZZA STORICA, PER QUALE OSCENO MOTIVO, IN QUESTI  7.000 ANNI, SOLO IL PALLOTTINO (E DICO SOLO) SI E’ MOSSO IN SENSO INVERSO?

EGLI NON AVEVA BISOGNO (COME E’ AVVENUTO IN INFINITI CASI) DI INVENTARSI DELLE NOBILI ORIGINI PER GLI ETRUSCHI, EGLI ERA COSI FORTUNATO DA AVERE A DISPOSIZIONE LA CERTEZZA DEL FATTO CHE QUESTO POPOLO TRAEVA ORIGINE DA UNA CULTURA EVOLUTA, ADDIRITTURA DA QUEI POPOLI CHE PER PRIMI FORGIARONO I METALLI ( CHE AVEVANO CIOE’ AVVIATO UNO DEI CICLI EVOLUTIVI PIU’ IMPORTANTI DELLA STORIA DELL’UMANITA’) E INVECE SI E’ ACCANITO NEL CERCARE DI DIMOSTRARE CHE QUESTO POPOLO GRANDIOSO DERIVAVA DA PECORARI PRIVI DI OGNI FORMA DI CULTURA E DI CONOSCENZA.

DI QUALE ASSURDA PAZZIA ERA PREDA QUESTO “STUDIOSO” E DI QUALE LIVELLO DI INSIPIENZA E DI INCAPACITA’ DI ANALISI E DI GIUDIZIO SONO PREDA I MODERNI ARCHEOLOGI CHE CONTINUANO CIECAMENTE A SEGUIRE LE SUE INSENSATE ORME?

 

NELLA SUA STUPIDITA’ INCOMMENSURABILE, IL PALLOTTINO HA OSCENAMENTE SMINUITO LA MERAVIGLIA CHE FU LA NASCITA DELLA NAZIONE ETRUSCA.

 

QUESTA FINALMENTE LE STORIA VERA:

UN POPOLO GRANDIOSO ARRIVO’ DAL MARE DALLE LONTANE TERRE D’ORIENTE (DA QUELL’ORIENTE,  CULLA  DI OGNI SAPERE, CHE DA LI’ DILATO’ POI PER TUTTO IL MONDO CONOSCIUTO) E TRASFERI’ SULLE COSTE DI UNA TOSCANA  ABITATA  SOLAMENTE DA UN POPOLO PRIVO DI OGNI FORMA DI CONOSCENZA, TUTTA LA PROPRIA, SMISURATA CULTURA.

RECARONO INFATTI ESSI CON SE,’ LE MERAVIGLIE DI QUELL’ ORIENTE CHE DALLA  MESOPOTAMIA SI ERA ESTESO ALLE COSTE DELL’EGEO, RECARONO CON SE’ LE MERAVIGLIE DI QUELL’EGITTO CHE GIA’ DA LUNGO TEMPO CONOSCEVANO, RECARONO CON SE’ LA CONOSCENZA DEI METALLI E LA CAPACITA’ DI LAVORARLI, FONDARONO CITTA’ MERAVIGLIOSE E PORTI DA CUI LE FLOTTE LORO DISPIEGARONO LE VELE PER TUTTO IL TIRRENO, FLOTTE IN GRADO DI COMPETERE  PERSINO CON QUELLE GRECHE.

ILLUMINARONO POI  L’ITALIA TUTTA DELLA LORO GRANDEZZA, GRANDEZZA A CUI TUTTI I POPOLI DELLA PENISOLA FECERO RIFERIMENTO E, MERAVIGLIA DELLE MERAVIGLIE, FURONO LUCE ALLA CITTA’ CHE DI LI’ A POCO AVREBBE DOMINATO IL MONDO.

NON DIMENTICHIAMO POI CHE NOI STESSI DA QUESTO POPOLO PRENDIAMO ORIGINE.

COME PUO’ UNO “STUDIOSO” DEGNO DI TAL NOME, DI FRONTE A QUESTA VERITA’ ASSOLUTA E INCONTROVERTIBILE, DI FRONTE AD ORIGINI CONCRETE E MERAVIGLIOSE CHE LA PIU’ PARTE DEI POPOLI E’ STATA COSTRETTA INVECE AD INVENTARSI, PROCEDERE AL CONTRARIO E CERCARE DISPERATAMENTE ED INSENSATAMENTE DI RICOLLEGARCI ALLA TRISTE POVERTA’ CULTURALE  DI COLORO CHE DENOMINIAMO “VILLANOVIANI”?

 

 

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

 

L'ORIGINE DEGLI ETRUSCHI:LA LIDIA. MASSIMO PALLOTTINO DISSE SOLO SCIOCCHEZZE (PARTE SECONDA)
L'ORIGINE DEGLI ETRUSCHI:LA LIDIA. MASSIMO PALLOTTINO DISSE SOLO SCIOCCHEZZE (PARTE SECONDA)
L'ORIGINE DEGLI ETRUSCHI:LA LIDIA. MASSIMO PALLOTTINO DISSE SOLO SCIOCCHEZZE (PARTE SECONDA)
Condividi post
Repost0

commenti

M
Quante sciocchezze.La lingua etrusca non ha alcuna anaologia con le lingue anatoliche che sono IE.
Rispondi
A
La lingua etrusca non deriva da quella greca anche se molte parole etrusche sono vicine a parole IE. In un documento trovo analogie tra la lingua etrusca e quelle anatoliche.<br /> Poi credo che un popolo affine agli etruschi era presente in Tessaglia (Laris-sa), Tracia, Troade( Tarhuisha da cui probabilmente il nome del popolo del mare Turysha), nella Anatolia occidentale (Sardis, Tyrrha/Tyrsa da cui Tyrrhenoi/Tyrsenoi) e nelle isole egee. I calcei repandi, le tombe etrusche simili a quelle lidie, a quelle di Pedaso, la lingua isolata (presente solo in toscana) non rappresenta una moda orientale dal momento che solo gli etruschi hanno queste peculiarità.<br /> La scrittura non deriverebbe da quella euboica, ma a mio avviso sarebbe derivata da quella fenicia come le altre varianti elleniche. Infatti come mai scritture come il lemno, quella dei cippi tunisini hanno poco a che fare con la scrittura di Cuma?<br /> Le immagini della guerra di Truia( Tarhuisha, Trosia per i lemni) non sarebbero pervenute dai greci ma secondo me, prima dell'arrivo della seconda ondata di Rasenna in Italia, essi vissero in prima persona quegli eventi.
Rispondi