LA MADONNA DEI GAROFANI DELLA NATIONAL GALLERY NON E’ UN RAFFAELLO
Il 16 dicembre 2011 è stata presentata, a Sala Melandri in Ravenna, Italia, la pubblicazione di Alberto Cottignoli “La Madonna dei Garofani della National Gallery non è un Raffaello”, Edizioni dell’Associazione Culturale Jacopo Landoni in collaborazione con ArtWatch International.
Il testo è in duplice versione italiano-inglese, traduzione di Carla Morra.
Ha presentato la pubblicazione, assieme al dott. Cottignoli, anche il docente di Storia dell’Arte, prof.. Piero Pierotti.
Il testo porta le prove tangibili del fatto che la “Madonna dei Garofani”, attribuita dai 30 maggiori esperti mondiali a Raffaello ed acquistata dalla National Gallery di Londra per 65 milioni di dollari ( la cifra più alta mai pagata per un dipinto a centimetro quadro), non è opera del genio di Urbino.
“Questa Madonna” afferma Cottignoli “è una mostruosità pittorica frutto di una quantità di errori anatomici che anche uno studente del primo anno di Liceo Artistico è in grado di riconoscere”.
Il tutto era già stato anticipato da James Beck, mentore, nei suoi ultimi anni di vita, del Cottignoli, ma non aveva portato prove concrete della falsa attribuzione.
L’argomentazione si sviluppa attraverso il confronto con un’altra delle 55 copie esistenti della Madonna dei Garofani, enormemente più bella di quella di Londra.
DICHIARAZIONE D’AMORE
IL VERO SIGNIFICATO DELL’ANNUNCIAZIONE DI LEONARDO DA VINCI
(Edizioni del Girasole)
Gli “errori pittorici” attribuiti a Leonardo non sono che “geniali espedienti” con cui l’artista ci rivela la corretta lettura iconografica della sua Annunciazione(una dichiarazione d'amore di un uomo a una donna appunto) e sono quindi in realtà errori imperdonabili dei suoi illustri critici.
A questo scandalo spirituale si aggiunge inoltre uno scandalo materiale ancora più grave. Dopo l’ultimo restauro, infatti, l’Annunciazione di Leonardo non esiste più. Ne rimane ormai solo una brutta copia: l’Annunciazione dei restauratori.
Cottignoli, dimostrando con dettagliata puntualità e confutando con logica implacabile entrambi gli scandali, entra con singolare acume dentro la profondità del senso recondito di questo straordinario capolavoro del Rinascimento.
L'Annunciazione prima dei restauri
L'Annunciazione dopo i restauri
(Le differenze fra le due "versioni" sono orrendamente palesi: l' insieme dei cromatismi, la calda atmosfera ricca di riflessi che davano vita ad un'opera delicatissima, sono stati sostituiti da piatti monocromatismi. Le vesti per esempio, dal tessuto luminosissimo di Leonardo, nulla hanno più in comune con le originali, persino la gonna e il mantello di Maria da BLU-VERDI LUMINOSI sono diventati semplicemente BLU. Il cielo un po' nebbioso dello sfondo adesso è azzurro e solcato da nuvole che Leonardo aveva appena accennato. I marmi maculati, naturalissimi della parete alle spalle della Vergine sembrano adesso fatti di un volgarissimo stucco bianco...
Non si ha più l'impressione di assistere ad un evento accaduto all'alba di una giornata primaverile, adesso è pieno inverno, tanto che la grande montagna sullo sfondo al centro del quadro, è divenuto un iceberg.)
Le foto sono ricavate dalle immagini ufficiali degli Uffizi.
Ingrandimento della cima della montagna antropomorfa prima del restauro.
La cima della montagna dopo il restauro. Gran parte dei segni che Leonardo aveva tracciato per rendere fruibile la figura antropomorfa sono completamente spariti. Come d'incanto però, appare un'enorme nuvolone prima impercettibile che serviva solamente a rinforzare i lineamenti della figura umana.
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IL SEGRETO DI PIERO
(Lalli editore)
Le scoperte di Alberto Cottignoli sulla Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi, narrate attraverso un racconto di facile fruibilità:
Tre giorni a Monterchi. Tre giorni che portano ad una scoperta che ha dell’incredibile, soprattutto se si pensa che i particolari da cui prende origine sono, da più di mezzo millennio, sotto gli occhi di tutti. Ancora di più stupisce poi, per il fatto che l’oggetto di questa scoperta è uno dei dipinti più famosi del mondo, tanto da gareggiare addirittura con la Gioconda: l’affresco della Madonna del Parto, di Piero della Francesca.
Un racconto semplice , che nulla ha a che vedere con gli eruditi, vacui soliloqui della critica tradizionale ed accompagna il lettore, intuizione dopo intuizione, scoperta dopo scoperta, lungo un percorso emozionante e veritiero, fino alla prova finale: concreta, indiscutibile.
E’ un viaggio importante, perché arriva lontano, molto al di là della semplicità che questa immagine sembra racchiudere, a quel lontano che ogni essere umano, dai tempi dei tempi, porta racchiuso in se stesso, tragicamente fluttuante nello spazio, agli antichi ritmi delle stagioni e a quelli più incalzanti, della notte e del giorno.
Quel lontano che esaurisce se stesso nell’unica grande speranza di eternità che ci completa: il ritmico, divino riproporsi della rinascita della carne.
SCHEDA TECNICA DELLA SCOPERTA
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PIERO DELLA FRANCESCA
COMMITTENZA E PITTURA
Di Giuseppe Centauro e Enzo Settesoldi
(Lalli editore)
Cottignoli collabora con James Beck al testo.