Una breve parentesi dedicata al Cenacolo di Leonardo è opportuna, al fine di chiarire definitivamente una discussione avuta con Diego Cuoghi, che gradirei leggesse questo articolo per potersi rendere conto di come tutti i suoi autoscatti siano assolutamente inutili: basta studiare bene la figura di Pietro per capire che la sua postura è totalmente impossibile: la spalla destra di Pietro risulta assolutamente abnorme, soprattutto se consideriamo che è vista di scorcio. Non si tratta di "piccolo errore" ma di colossale insensatezza, non certo attribuibile a Leonardo.
Ho provveduto allora a sovrapporre, a quanto rimane del braccio di Pietro nel Cenacolo restaurato, il disegno del braccio dello stesso Leonardo che ritroviamo nella collezione Windsor (perfettamente sovrapponibile)
e quindi ho provveduto a spostare la testa in posizione anatomicamente corretta nei confronti della spalla destra, cioè molto più vicina, al fine di dare a tale spalla destra le sue giuste dimensioni (alquanto ridotte dato che, come già detto, è vista in prospettiva).
Bene, possiamo notare come la testa, in questa posizione più ravvicinata, si integri molto meglio con la postura del braccio, ma possiamo altresi notare di quanto abbiamo dovuto accorciare la distanza tra la testa di Pietro ed il culmine della spalla: la linea azzurra è infatti lunga più del doppio di quella rossa.
La testa è stata da me anche rialzata in quanto, se mantenuta alla stessa altezza dell'originale, la figura di Pietro sarebbe risultata ancora più assurda e ridicola di prima e l'ho rialzata fino al limite massimo (magari anche un tantino più alta) ma ho però disegnato una linea rossa (quella con la freccia rossa, in verticale) che sottenda ai vari possibili spostamenti della testa verso il basso: in qualsivoglia posizione (a qualsivoglia altezza) vogliamo collocare la testa, nulla cambia delle distanze da questa al vertice della spalla. Lo stesso poi accade se spostiamo la testa originale in basso lungo la linea azzurra: la distanza dal culmine spalla rimane sempre più che doppia rispetto a quella individuata dalla linea rossa.
Ma un altro importante risultato abbiamo ottenuto, attraverso questa ricostruzione, e cioè quello di evidenziare la lunghezza abnorme del busto di Pietro (vedi linea verde). Tale esagerata lunghezza è divenuta evidente perchè adesso tutto il busto, la spalla e la testa di Pietro corrono lungo un linea retta mentre prima l'occhio era ingannato dalla curvatura in avanti di Pietro. Dulcis in fundo non dimentichiamoci che la figura di Pietro eretto che vediamo è di gran lunga più corta di quella originale (dovremmo aggiungere alla sua lunghezza anche il pezzo di linea azzurra che abbiamo tolto)!! Ho allora provveduto ad alzare la testa di Pietro anche nell'originale ed il risultato allucinante lo potete vedere in questa figura.
A tutto questo si aggiunge il fatto che essendo le natiche di Pietro quasi sulla tavola e la sua testa molto più indietro rispetto a quelle, ne risulta che il suo busto subisce anche una diminuzione in lunghezza determinata dalla visione prospettica che va da un piano a noi più prossimo ad uno più profondo (più lontano cioè), risulterebbe quindi, nella realtà, ancora più lungo di come lo vediamo. Lascio a voi dedurre di quale assurdo, smisurato, abnorme busto dovrebbe essere dotato il buon Pietro! La sua figura è molto più assimilabile a quella di un lombrico piuttosto che a quella di un essere umano.
Ma c'è un altro particolare che impedisce il congiungimento della mano al braccio di Pietro, ed è rappresentato dal fatto che questi non poggia la mano sul fianco come fa il Cuoghi nelle sue foto (il Cuoghi la poggia addirittura a metà fianco) bensì all'interno coscia all'altezza dell'inguine. Bene, per raggiungere questo punto con la mano riversa è necessario estendere quasi completamente il braccio (provateci e vedrete) e si è quindi nell'assoluta impossibilità, vuoi di piegare il gomito a tal punto, vuoi di far assumere alla mano una posizione che anche solo assomigli a quella del dipinto di Leonardo.
Colgo altresì l'occasione per contrapporre il mio studio anche a quello del Taddei, recentemente comparso su Striscia la Notizia (la cui ipotesi insensata non solo non è stata criticata ma addirittura esaltata) e su Venerdì di Repubblica:
anche il Taddei tenta di congiungere la mano con coltello a Pietro.
Ho trovato altresì poco corretto, da parte di Striscia la Notizia, non rispondere alla mia richiesta di "errata corrige" nei confronti del suo pubblico, abituato a vederli scoprire le bufale e non a vedersele propinare. Quanto a Repubblica, che da anni insiste ad ignorarmi per dare ascolto, invece, a tali sciocchezze, credo trattarsi invece solamente di rapporti tra "compagnoni", che, come si sa, tiene conto solo di tessere politiche e non certo della verità o delle effettive capacità delle persone.
Voi mi chiedere: ma allora qual'è la soluzione? per adesso una cosa sola dico, visto che è ancora in fieri la pubblicazione da parte mia della soluzione del mistero: quella mano con coltello non va attaccata a Pietro (come già ebbi a scrivere sul settimanale "Oggi" e su "La Padania"), bensì a TUTT'ALTRA PERSONA.
2015: HO PROVVEDUTO A PUBBLICARE LA SOLUZIONE DEL MISTERO DELL'APPARTENENZA DELLA MANO FANTASMA CON COLTELLO:
Vedi articolo "Il Cenacolo di Leonardo:il mistero della mano fantasma svelato"
BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)
Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.
Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca
MANZONI IN VATICANO?
Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.
Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.
Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?
Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.
Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.
“Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.
“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”
Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”. Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.
Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:
IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.