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30 agosto 2017 3 30 /08 /agosto /2017 21:51
FIG, 1 VERMEER "RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA

FIG, 1 VERMEER "RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA

VERMEER: RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA

Lei non se lo aspettava proprio.

La lettera dell’amato gliela aveva consegnata la domestica mentre era seduta al tavolo, intenta ai suoi lavori come al solito, e lei, come sempre, l’aveva aperta col cuore che le batteva forte.

Quali tenere frasi le aveva riservato lui questa volta? Quali dolci parole avrebbe avuto da ricordare quella sera quando si sarebbe coricata?

Nulla di tutto questo.

Con poche, stringate righe egli le diceva che la lasciava.

Non voleva vederla più.

Sul momento rimase impietrita, solo gli occhi si agitarono a lungo, convulsamente, alla ricerca di un aiuto impossibile, poi le mani si strinsero istericamente attorno al foglio nel tentativo di annullarlo: lo accartocciò e lo scagliò davanti a sè, oltre la tavola, là dove finalmente non lo avrebbe più visto.

Quanto rimase lì seduta, attonita, davanti al vassoio colmo di frutta, fissando la parete? Non avrebbe saputo dirlo.

All’improvviso però, le balenò come un fulmine un pensiero: e se non avesse capito bene? Se quella di lui non fosse stata altro che una sfuriata passeggera, una cosa in fondo rimediabile? Aveva letto solo una volta e così in fretta …

Schizzò allora improvvisamente in piedi e, nella furia, la spessa e rigida coperta ricamata che copriva il tavolo rimontò in alto, sotto la spinta delle ginocchia, e rovesciò il vassoio con le frutta che la domestica aveva portato poco tempo prima.

Non se ne curò per nulla e in pochi passi fu oltre il tavolo.

Dov’era finito quel maledetto foglio?

Lo ritrovò sotto la finestra miseramente contorto, lo raccolse allora e freneticamente cercò di riaprirlo, riuscendo in qualche modo a renderlo, pur se stropicciato, ancora leggibile.

E in quel momento di sicuro chiese, alla luce che adesso dal cielo cadeva su quel povero foglio, come se da sacri luoghi provenisse, di compiere il miracolo.

Ma nessun Dio benigno scese a soccorrerla, nessun barlume di speranza si accese tra quelle infauste righe.

Per fortuna poi ella non vide, sul vetro della finestra al suo fianco, riflessa l’anima sua, più che mai prigioniera.

L’anima sua, trattenuta da delicate inferriate in quel mondo ove ancora incombeva, infuocato, il purpureo rosso dell’amore suo.

Sparse oramai erano sul tavolo, in primo piano, le delicate frutta che prima allietavano la mensa sua e, sotto quella, al centro del vassoio, era adesso comparsa una mela cotogna, appena commestibile, che dei delicati sapori di prima non le avrebbe dato che un vago ricordo.

Mela cotogna che da un unico solitario albero nasce.

Frutta, parto sublime invece, generato dall’eterna, felice unione di due diverse piante.

Ruggisce dallo scranno intanto, verso di lei, la realtà oramai leonina.

Scendono allora dagli occhi suoi copiose lacrime, assecondate dai capelli sciolti che sulla spalla ricadono: listato a lutto è adesso il colletto suo ed il centro del petto e nere strisce discendono, funeree, dalle braccia sue alla gonna anch’essa scura.

Impietoso il sipario si prepara a chiudersi sull’amore suo.

  1. Cottignoli 2017

Come possiamo vedere nell'ingrandimento a fig. 2 la lettera risulta visibilmente stropicciata a differenza delle solite lettere d'amore che vediamo negli altri dipinti del Vermeer che sono sempre accuratamente piegate 

FIG. 2

FIG. 2

A fig. 3 vediamo le lacrime, non perfettamente percepibili, ma si attende una conferma da Dresda dalla visione diretta del dipinto

FIG. 3

FIG. 3

A fig. 4 vediamo la mela cotogna al centro del vassoio

FIG. 4

FIG. 4

A fig. 5, l'anima sua ancora prigioniera d'amore dietro le "inferriate" 

FIG. 5

FIG. 5

BREVE SPECIFICA SULLE MIE QUALIFICHE (vedi poi biografia)

Allego una mail speditami da James Beck, massimo esperto mondiale di pittura rinascimentale italiana, Columbia University, New York, con cui collaborai per 5 anni, in cui egli afferma praticamente che io sarei il più grande Storico dell’Arte esistente.

Allego altresì un’intervista del Corriere a Marco Meneguzzo docente di Storia dell’Arte a Brera che sottolinea la correttezza delle mie analisi, in questo caso relative alla Madonna del Parto di Piero della Francesca 

RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA:VERO SIGNIFICATO
RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA:VERO SIGNIFICATO
RAGAZZA CHE LEGGE UNA LETTERA ALLA FINESTRA:VERO SIGNIFICATO

MANZONI IN VATICANO?

Cari colleghi, storici dell’arte, che leggete i capolavori antichi come se fossero tante sciocchezze perché non potete certo mettervi al pari col genio che li produsse, voi, causa l’avvilimento a cui assoggettate la grande pittura, siete i responsabili del tragico accreditarsi nel mondo delle oscene, finte ciofeche dell’arte contemporanea.

Se veramente i capolavori del passato avessero la loro giusta lettura le opere contemporanee apparirebbero in tutta la loro superficialità, faciloneria e stupidaggine, mentre l’incapacità degli addetti al mestiere di capire alcunché delle meraviglie del passato, fa si che avvenga esattamente il contrario.

Verrà il giorno in cui vedremo, in Vaticano, al posto della Pietà di Michelangelo, una scatoletta di merda, si spera almeno ben sigillata?  

Ma di chi è la colpa maggiore dell’affermarsi delle porcherie dell’arte contemporanea, oltre a mercanti, critici d’arte e banche, banche che in assoluto anonimato finanziano questo lucroso disastro? I maggiori colpevoli sono i “Grandi Collezionisti”, disgraziati fabbricanti di detersivi, di sardine in scatola, di preservativi  e quant’altro, spesso quasi analfabeti e privi di qualsiasi sensibilità estetica che, magari quando cascano loro i capelli rimediano in maniera geniale col “riporto”, sono loro i veri colpevoli: questa razza disgraziata non compra le opere d’arte perché “gli piacciono”, ma semplicemente perché “gli mancano”, come una moneta o un francobollo! Basta che gli si faccia credere che il pittore è famoso ed ecco che questi colossali pirla ne vogliono possedere un’opera, magari semplicemente per non essere secondi all’industriale amico più fesso di loro. Spesso manco gli interessa guardare attentamente l’opera, basta che sia dell’autore che gli manca.

Al mercato dell’arte tutto ciò non sembra vero: la più orrenda ciofeca può diventare così “oggetto artistico da collezione” cosa che permette di ridurre infinitamente le spese di acquisto presso gli artisti.

Spruzzami una tela tutta d’azzurro con uno spray” dice il mercante all’artista “ci metti pochissimo e puoi farne 50 al giorno, se te le pago € 10 l’una guadagni € 500 al giorno (15.000 al mese) e sei ricco”.

“Io poi” prosegue il mercante “organizzo mostre, articoli sui giornali, pubblicità fittizie con prezzi finti sempre più alti e la gente si convince che sei famoso, allora arrivano quei pirla di “grandi collezionisti” ed il gioco è fatto: sono centinaia di migliaia solo in Italia e non si riuscirà nemmeno ad accontentarli tutti. E man mano che i “pirla collezionisti” abboccano, i prezzi crescono.”

Basterebbe eliminare tutti i grandi collezionisti e l’arte contemporanea tornerebbe finalmente sul binario giusto, quello determinato da chi i quadri li compra perché “gli piacciono”.  Che solo questa è la motivazione corretta per acquistare un’opera d’arte.

Miei cari colleghi “Storici dell’Arte”, che non fate che ripetere stancamente ciò che dissero Berenson e Longhi (che mai, di nemmeno di un quadro capirono qualcosa) e che mi ignorate perché troppo vi spavento, a voi mi rivolgo rifacendomi allo splendido Sordi del “Marchese del Grillo” sperando che capiate la “sottile ironia”:

IO SONO CIO’ CHE PRIMA DI ME NON E’ STATO MAI E CHE DOPO DI ME NON POTRA’ MAI PIU’ VENIRE  E, VOI ……. NON SIETE UN CAZZO.

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